Openday alla facoltà Auxilium

Auxilium, l’entusiasmo degli studenti in attesa dell’open day del 16 marzo

È una mattina come quelle che stiamo vivendo in questo anno così particolare. La vita dell’università Auxilium di Roma è ritmata da un orario che alterna lezioni in presenza e online per i corsi di laurea e laurea magistrale. Contingentati gli accessi, misure di sicurezza a pieno regime: mascherine, distanziamento e disinfezione, ambienti areati. Arrivano a poco a poco gli studenti. Le quattro chiacchiere all’ingresso sono rare. Ma oggi si può. Argomento: il prossimo open day online, fissato per il 18 marzo alle 17.30. Un evento che fa partire il nastro dei ricordi a Diego Dionisi e Nemesi Turco.

Studiano entrambi scienze psicologiche dello sviluppo e dell’educazione. Lui è al terzo anno, lei al secondo. «Un’esperienza ricca dal punto di vista accademico per prepararsi alla professione di psicologi – assicurano – ma intensa anche come formazione umana». Diego sottolinea «le opportunità di incontro con studenti e studentesse provenienti da molti paesi del mondo. Siamo aiutati ad abbattere le frontiere tra le varie culture, a conoscerle e a scoprirne le diversità e le ricchezze». Un percorso reso più “facile” da un ambiente familiare, dove ci si conosce e dove, anche per Matteo Nicosanti, sono importanti le relazioni con le docenti e i docenti, con gli altri compagni e compagne di corso. Lui, che è ormai al I anno di laurea magistrale in psicologia dello sviluppo, conosce perché l’ha vissuta «l’attenzione e la disponibilità delle docenti ad accompagnare ogni studente nei percorsi di apprendimento; la loro professionalità che si basa su una visione antropologica che fa riferimento all’integralità della persona e una attenzione a tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale».

Suor Marta Smolko è al I anno di educazione religiosa, un curricolo che, nella laurea magistrale si sdoppia in Catechetica e pastorale giovanile e Pedagogia e didattica della religione. Pochi mesi, aggravati dall’emergenza sanitaria che limita la vita universitaria, che le hanno però dato il polso dell’accoglienza che si vive alla facoltà: «Non sei un numero di matricola, ma una persona, conosciuta per nome. Ho scoperto con piacere, come vi sia l’attenzione a ciascuno, nell’accompagnare, ma anche a rispettare il ritmo e la capacità di risposta che ognuno può dare».

L’attenzione alla vita che cresce è la cifra del percorso di studio scelto da Carlotta Merli, studente di scienze dell’educazione e della formazione, indirizzo educatore nei servizi educativi per l’infanzia. «Un nome lungo un chilometro – scherza – ma che prepara ad operare come educatori con una visione integrale del bambino e dell’educazione in strutture e servizi per la prima infanzia». Nel suo curricolo ci sono colleghi che hanno scelto il percorso per diventare educatori nei servizi socio-educativi e nei servizi scolastici e formativi.

L’Auxilium è un laboratorio in cui si coltiva il talento di educare, un osservatorio sul mondo giovanile che affonda le radici nell’umanesimo pedagogico di don Bosco, con un programma per tutta la vita che entusiasma Carlotta e gli altri: «essere un dono per i giovani, come lo è stato lui. Diventare un regalo per i ragazzi e i bambini, cercare come lui il “buono” e il “bello” che è in loro». Per i ragazzi del terzo anno, anche se online, è «un’esperienza che arricchisce per prepararsi alla professione di psicologi e che permette di conoscere molte culture».

Per info:

https://www.pfse-auxilium.org/it/

 

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