In ricordo di Pio Rossi

Un grande amico e fratello nella fede

Munita di tutti i conforti religiosi, giovedì 28 gennaio scorso è volata in Cielo l’anima bella e buona di Pio Rossi, parrocchiano di Santa Severa. Lo abbiamo accompagnato nell’ultimo e più importante viaggio, lui che di viaggi col treno Bianco dell’Unitalsi ne ha fatti tanti. Abbiamo, durante le Esequie celebrate da d. Stefano nella chiesa di Santa Maria Consolatrice a Santa Severa Nord, pregato e salutato una persona veramente umile e semplice, un vero discepolo laico innamorato del Signore Gesù e della sua Santissima Madre Maria. E non è formale definirlo "il sagrestano" vecchio stile perché tale era nella vita quotidiana, preparato e sempre presente, così come era amante della tradizione della Chiesa. Leale, sincero, aperto poteva apparire burbero ma in fondo era dolce, come lo sono i ciociari e le persone di quella generazione che ci sta lasciando. Noi, con le loro dipartite, perdiamo tesori di saggezza che niente di umano su questa terra ci potrà mai più rendere.

E se ora da una parte piangiamo come singoli e come comunità la sua scomparsa, dall’altra siamo tutti gioiosi perché certissimi che Pio ha finalmente raggiunto la sua amata e fedele sposa Maria che solo poco tempo fa lo ha preceduto in Cielo, e con lei è nella Comunione dei Santi e da li ci guardano e proteggono. Pio la memoria storica, il nostro amato “sagrestano” che ha attraversato i decenni nella chiesetta di Santa Severa Nord accompagnando i Parroci che si sono succeduti, non è più con noi e tra noi e lascia un vuoto difficilissimo da colmare; come difficilissimo sarà, se mai possibile, sostituirlo. Raccogliere la sua eredità del servizio all'altare del Signore sarà arduo, in quanto unico e originale nella schiettezza tipicamente contadina che sempre lo ha accompagnato. Ha sempre avuto parole buone per ognuno, ha sempre ardentemente desiderato aiutare l’altro e i suoi innumerevoli pellegrinaggi annuali di chiusura effettuati nel corso di venti anni, quasi consecutivi, al Santuario di Lourdes, come barelliere dell'Unitalsi, lo testimoniano a pieno titolo e senza ombra alcuna di dubbio.

Pio sapeva superare anche il suo disagio personale pur di essere al servizio del sofferente e dell’ammalato, tanto in ospedale come alla mensa nella distribuzione dei pasti ed è rimasto, seppure nel trascorrere del suo tempo, instancabile ed infaticabile. Questo lo posso testimoniare essendogli stato accanto per cinque anni a Lourdes. Ci lascia un operaio della Vigna del Signore. Pio si nutriva della Parola del Signore durante la Santa Messa a cui non ha mai rinunciato, come non ha mai rinunciato a qualsiasi rito dell’Anno Liturgico, fosse recitare il Santo Rosario, una processione o una Santa Messa solenne. Pio dal cuore puro e libero: è questa l’eredità che ci lascia e l’altra, quella che ha imparato ancora più importante: amare Dio, amare il prossimo incondizionatamente senza ma e senza se, senza domande. Amare, solo amare. Gli altri da amare come la propria famiglia, gli animali e la natura: Pio amava il Creato, amava tutto di Dio poiché ne riconosceva la bellezza, la grandezza e l’unicità. Ciao amico e fratello nostro nella Fede.

Alessandro Pielich

 
Dai ricordi di Lorenzo, barelliere dell’Unitalsi di Fregene.
 
… per dirti grazie Piuccio, per salutarti degnamente e per ricordare i tanti momenti felici trascorsi sui treni Bianchi dell’Unitalsi. Convogli carichi di belle e sofferenti persone come te che, spesso, avevano destinazione Lourdes.  Ricordo la fierezza e l’umiltà con le quali portavi lo stendardo della Sottosezione di Porto-Santa Rufina durante la processione Eucaristica che lì, a Massabielle, era ed è considerata il momento più sacro ed importante nonchè solenne di ogni pellegrinaggio. Era bello vederti sotto il gonfalone coi colori della Madonna, aprire il corteo di tante anime belle e buone marcianti in autonomia o con speciali ausili d’assistenza. Tu c’eri sempre… e l’altro è il ricordo di un errore che nacque in un foglio di servizio in cui tu eri stato iscritto per il servizio al Salus Infirmorum dove avresti dovuto espletare delle notti. Ti avevo esonerato da tale compito considerata la tua età e la salute. Tu, al contrario, eri arrabbiato perché volevi e desideravi svolgere tale servizio, per renderti utile al prossimo bisognoso. E ti proposi, allora, di svolgere insieme la notte con altre tre sorelle di Porto-Santa Rufina: fu una notte bellissima piena di calore umano, di spiritualità e di risate… mi addormentai avvolto in una coperta per ripararmi dal freddo della notte e al risveglio tu eri già al letto di Stefano, un nostro ammalato che aveva chiamato per un’urgenza… tu eri per il fare ciò che prevede il progetto pensato per ciascuno dal Signore. Sempre con Gesù nel cuore e con Maria, la Madre tanto amata da tutti noi, che rendono più dolci e più luminose anche le notti più buie. Ti porto nel cuore, Piuccio. Lorenzo D’Angelantonio.
 
Lorenzo D’Angelantonio
 
 
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