«Questo Giubileo non è solo una grazia per i Servi di Gesù, ma per tutta la nostra Chiesa». Con queste parole padre Aurelio D’Intino ha iniziato la sua omelia lunedì scorso per l’apertura dell’anno santo in occasione del 50° dell’istituto fondato da padre José Manuel Pereda Crespo a Città del Messico il 25 gennaio 1971. Padre Aurelio, delegato del vescovo Gino Reali per la vita consacrata, ha presieduto la Messa nella parrocchia dei San Giovanni Battista a Cesano, affidata alla cura dei Servi di Gesù. Assieme al parroco padre José Manuel Torres Origel, hanno concelebrato don Roberto Leoni, cancelliere vescovile e altri sacerdoti. Tanti parrocchiani hanno espresso il loro affetto ai religiosi con la loro presenza, anche se limitata in rispetto delle disposizioni anti-Covid 19.
Tra l’altro il 25 gennaio si rivestiva di molti significati: «Oggi celebriamo la conversione di San Polo, la conclusione della settimana ecumenica, l’anniversario di sacerdozio di padre José», ha sottolineato il sacerdote passionista indicando nell’apostolo colui che «ci aiuta a capire bene la differenza tra lo zelo per Dio e quello secondo Dio, cioè quello che ci insegna a incontrare gli altri con la consapevolezza di dover camminare con loro verso Dio. Noi cristiani non dobbiamo infatti pensare di essere arrivati, ma viviamo una continua conversione». La proposta dei Servi di Gesù è nata con l’attenzione a vivere la conversione a partire dall’esperienza di amicizia di Gesù che cercano di portarla agli altri. Attraverso questo stile i religiosi «aiutano le persone a riconoscere Dio come creatore e padre, lui sa ciò di cui abbiamo bisogno». Quindi il discepolo deve mettersi in ascolto «per far risuonare la voce del Signore e ricordare ogni giorno sua la vocazione».
Altro elemento a caratterizzare il carisma dei consacrati riconosciuti come istituto di diritto diocesano il 31 luglio 2019 dall’arcivescovo di Puebla Victor Sánchez Espinosa, consiste nel servizio alla Chiesa «riconosciuta come sacramento lasciatoci dal Signore, prolungamento dell’azione di Gesù, come corpo di Cristo legato al capo». Alla fine della Messa il parroco ha ringraziato padre Aurelio per la sua presenza pregandolo di riportare al vescovo il saluto e la preghiera della comunità di Cesano per il pastore di Porto-Santa Rufina. Poi, il ringraziamento e l’affettuoso saluto a padre “Pepe”, con cui viene chiamato il fondatore, al superiore generale padre Francisco Javier Almanza Terrazas, che la mattina aveva aperto il Giubileo a Puebla in Messico, e al suo vicario padre Carlos Balderas. Rivolgendosi all’assemblea padre José ha infine spiegato quanto sia importante il rapporto dei Servi di Gesù con i fedeli laici «perché ci aiutate a crescere». Un sentimento contraccambiato dai parrocchiani che hanno donato a padre José dei fiori in omaggio al suo anniversario sacerdotale.
Simone Ciampanella
(27/01/2021)