Guardando alla stella che guida i Magi, impariamo ad essere anche noi stelle per i nostri fratelli». Nella Messa per l’Epifania nella cattedrale della Storta, il vescovo Gino Reali ha avviato la celebrazione con queste parole, seguendo il filo conduttore che ha attraversato tutte le festività natalizie: la luce che rischiara le tenebre, mai come quest’anno così urgente da ricordare. Durante l’omelia il presule ha posto al centro la conversione e il senso del servizio a cui i ministri ordinati e ogni cristiano sono chiamati.
Nella seconda lettura è l’apostolo Paolo a cogliere l’essenza del ministero conseguenza diretta della sua conversione. «Come Paolo sulla via di Damasco ognuno di noi deve deve riflettere sul momento in cui ha ricevuto la rivelazione del mistero» ha commentato il pastore additando in questa illuminazione la comprensione dell’annuncio della buona novella: «Tutte le genti hanno la stessa dignità e per ognuno è la promessa del Signore». Le singolari vocazioni scoperte dai cristiani grazie al dono dello Spirito Santo, convergono nella consapevolezza che «ognuno esce da se stesso per servire la Chiesa, il popolo di Dio». È un andare verso gli altri, chiunque essi siano, per annunciare quella parola che cambia la vita, che può chiedere di modificare radicalmente i propri progetti: «Una volta adorato il Salvatore, i Magi tornano a casa per un’altra via, anche noi dobbiamo essere disposti ad abbandonare la strada che ci sembrava luminosa per continuare su quella della retta fede e delle buone opere, quella della conversione del cuore».
Simone Ciampanella
foto Filippo Lentini