Il pipistrello in volo attraverso la Cattedrale e il transetto nella Messa notte di Natale in cattedrale sembra quasi rappresentare quei pastori intimoriti all’annuncio dell’Angelo. Volatili, come quello che richiamava lo sguardo dei molti fedeli riuniti nella notte santa, perdono la loro capacità di orientamento quanto sono esposti alla luce intensa. C’è troppa luce e faticano a capire dove sono e dove andare. Quella gente coraggiosa, abituata a governare il gregge da solo nelle aride pianure della Palestina, prova timore davanti a un messaggio troppo grande.
«Questi poveri pastori – ha detto il vescovo nell’omelia – si ritrovarono improvvisamente dentro un avvenimento straordinario: abituati a vivere nell’ombra si sentono coinvolti in una storia che non conoscono; forse arrivano a pensare che in ciò che sta avvenendo potrebbe esserci il dito di Dio, ma la semplicità della loro fede non arriva a dare una risposta più chiara». I pastori si fidano di quanto ha detto loro il messaggero di Dio e subito decidono di andare a Betlemme a vedere il «segno»: «troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Quest’anno l’emergenza da Covid-19 ha sovrastato famiglie, progetti di vita, lavoro, studio. Il futuro è sembrato incerto, vissuto tra dubbi e debolezze. «La pandemia – ha detto il presule – è anche un’occasione propizia per riflettere sulla direzione della nostra vita, come singoli e come popolo». e non dobbiamo avere paura: «In ogni momento complesso il Signore vuole che non perdiamo la speranza, perciò lui si è fatto uomo e cammina con noi».
«Un bambino è nato tra noi». Nella Messa del giorno la liturgia ci invita a riflettere sulla luce che viene nel mondo descritta all’inizio del vangelo di Giovanni. «Essa vince le tenebre all’inizio del tempo, quando il dito del creatore disegna tutto», ha commentato il vescovo il 25 dicembre: «La luce vera scrive ancora l’evangelista torna nel mondo per abitarvi e illuminare ogni uomo, ogni donna, tutto il creato. È la luce che genera di continuo e sorregge la vita, dà l’esistenza alle creature, le sorregge, le guida, senza di essa nulla di ciò che è sarebbe».
La festa del Natale, quella in cui (dobbiamo sempre ricordarlo) i cristiani festeggiano la nascita del salvatore del mondo, chiede di contemplare la gloria di Dio, conclude il vescovo: «In essa le donne e gli uomini fanno esperienza della «pace che allarga i cuori, per vedere i poveri; la strada della carità che è la strada della salvezza».
Simone Ciampanella
foto Lentini