Don Cristoforo Dudala ricorda oggi 25 anni di sacerdozio; lo abbiamo raggiunto alla fine della Messa che ha appena celebrato presso l’altare di San Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana.
“I miei sentimenti in questo momento sono di gratitudine e di riconoscenza per la via del sacerdozio, per tutte le persone che ho incontrato; chiedo perdono a Dio per le cose in cui non sono riuscito e la forza di continuare a servire la Chiesa”. Naturalmente non è mancato un pensiero affettuoso per i genitori, Stanislao e Genoveffa, che riposano a Cracovia.
Nativo della città in cui Woytila fu vescovo, terminati gli studi Don Cristoforo arriva in Italia con l’ordine dei Fatebenefratelli, nel pieno regime comunista del gen. Jaruselski; presta servizio prima a Genzano coi malati di mente e poi nell’ospedale romano Villa San Pietro, dove incontra Mons. Diego Bona nel 1988. L’anno seguente viene accolto in Diocesi e avvia il cammino verso il presbiterato presso il Seminario di Anagni.
“È stato Mons. Bona a chiedermi se volevo fare il medico dei corpi o delle anime; io già pensavo ad un servizio più impegnativo e così, anche se a malincuore, ho lasciato l’ordine e sono arrivato in Diocesi, mi sono sentito subito a casa, in quegli anni c’era un bellissimo clima di famiglia”.