Partecipanti digitali

La celebrazione dei riti della Pasqua a Santa Severa

Domenica 12 Aprile 2020, Pasqua di Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo e per noi Cristiani tutto prende avvio da qui, dalla Vita dell’Innocente sacrificato che sconfigge la morte del peccato e risorge. Perché questa è l’unica, vera e sola risposta: Cristo, morto in Croce, è Risorto dai morti. Cristo e la Risurrezione sono l’incrollabile fondamento della nostra fede. E dalla Pasqua si sprigiona, come da un sole, tutta la Liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato. cfr. Benedetto XVI. 

Ma qualcosa d’invisibile e funesto, subdolamente, è in atto da qualche mese in Italia e si manifesterà, deflagrando pubblicamente la ferale epidemia, in quel fatidico 2 Febbraio 2020, per poi propagarsi aggressivamente al Nord e al Centro, poi al Sud, provocando la tragicissima catastrofe umana che tutti conosciamo, e che ben presto, coinvolgerà e sconvolgerà il sistema ospedaliero italiano (e non solamente questo, addirittura trasformando le nostre vite) con migliaia di persone spirate, con la struttura sanitaria nazionale al limite del collasso e vicinissima al naufragio tenuta a galla solamente da uomini e donne di grandissimo spessore umano, unicamente sorretti da un’enorme volontà e dedizione al sacrificio, da immenso amore e fede e carità. Sono Medici, Infermieri, Paramedici, Preti, Suore, Volontari, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Protezione Civile e anche tra loro, che salvano vite, contiamo molte, troppe vittime da piangere.
 
Così tutto cambia nelle nostre radicate abitudini, nelle nostre consolidate tradizioni, nel refrain quotidiano che ci piaccia o meno: per tutelare e salvaguardare la salute della popolazione quasi tutto viene chiuso a mano a mano dal Governo, chiese comprese quasi dall’immediato, con l’effetto che milioni di persone si sono ritrovate nelle loro case potendo così vivere, loro malgrado e forzatamente più la propria famiglia, cosa non possibile prima dell’epidemia. Altresì, avviene per la prima volta nei tempi contemporanei, che non possiamo più partecipare a nessun rito religioso: Sante Messe, Battesimi, Nozze, Esequie, Cresime e Comunioni, Anniversari. Entra prepotentemente in scena, nelle nostre esistenze, il mondo digitale con l’istant-messaging  che sappiamo permette in tempo reale, oltre il messaggiare tra singoli e tra gruppi di persone, anche l’usufruire di riprese video/audio; questo mondo che è la nuova realtà comunicativa, ci viene in “appoggio” oltre alla beneamata televisione (e al suo telecomando).
 
E approfittiamo della tecnologia delle comunicazioni di massa finalmente per uno scopo serissimo, cosicché tutte o quasi le famiglie di Santa Severa, possono usufruire di questi dispositivi come il cellulare o il tablet o il pc, che mai si sarebbero immaginate di usare per tali scopi religiosi, poiché in uso all’universo dei giovani digitalizzati. Anche noi adulti, dunque, ci connettiamo con la nostra Diocesi e con la nostra parrocchia (come fatto da tante altre Comunità) in live streaming - in diretta -. Don Stefano dalla chiesa di Santa Severa, mette a sistema questa tecnologia facendosi totalmente carico, lui guida della Comunità, di renderci partecipi di tutta la Quaresima e dei Sacri Riti della Settimana Santa. Sin dalla I Domenica (di Quaresima) e per tutti i quaranta giorni, ogni volta, si è equipaggiato e organizzato da solo; così operando ci ha permesso di condividere in diretta, tutti i giorni: le recite del Santo Rosario; come da solo ha percorso le Via Crucis dei cinque Venerdì quaresimali; similmente ha officiato le celebrazioni delle Sante Messe domenicali e in quei pomeriggi abbiamo vissuto la presenza viva e reale del Signore Gesù nelle Adorazioni Eucaristiche. Abbiamo visto e partecipato, con lui in chiesa, la solitudine delle Celebrazioni; con lui abbiamo festeggiato la Domenica delle Palme, e poi con lui (sempre da solo) celebrato la Settimana Santa, quella che ha il più alto valore per i Cristiani (e durante il Triduo don Stefano ci ha proclamato oltre la Sacra Lettura della Passio Christi, indirizzato alle preghiere delle Lodi e dell’Ora Media e dei Vespri). Poi la Domenica di Pasqua, ecco la vittoria del Signore della Vita, sul male.
 
Considerati gli anni passati, dove nell’analogo lungo periodo di penitenza e astinenza, parrocchiani volontari contribuivano a tutte le attività liturgiche e alla loro preparazione, sapere di non poter essere presenti e, simultaneamente, sapere anche che il nostro parroco avrebbe svolto tutto isolato, ci ha molto rattristati e dispiaciuti. Don Stefano da par suo, alacremente, ha allestito tutto quanto era previsto dalla Liturgia e nulla e niente è stato dimenticato: dalle Palme benedette per i fedeli e lasciate fuori dalla chiesa all’Altare della Riposizione, è stato sempre ben disposto, anche nella fatica personale, senza dubbio alcuno. Il Sabato Santo non abbiamo rinunciato a far preparare ai Bambini le tradizionali uova decorate, abbiamo solo diversificato il luogo di preparazione: dall’oratorio a casa propria. 
 
Tutti hanno attivamente e felicemente partecipato e poi postato le foto dei lavoretti, così come le Mamme che in cucina hanno preparato i cibi che poi don Stefano ha benedetto dalla chiesa: potere della digitalizzazione, che almeno non ci ha permesso di rifugiarci in un comodo diniego. Non solo Liturgia, altra attività pastorale divenuta digitalizzata e che non si è bloccata, è stata la Catechesi di Prima Comunione e Confermazione rivolta ai Bambini/Ragazzini che ha visto le nostre Catechiste Loredana, Alessia e Simona  proporre lezioni virtuali, ricevendo come risposta la contentezza di tutti gli iscritti. Nostro Signore Gesù, il Risorto Figlio del Dio Vivente, Dio, ha guardato la Sua Chiesa, e benignamente i suoi consacrati e i suoi figli adottivi; noi partecipiamo di questo Grande Mistero anche nella prova che tutto il Paese sta vivendo, non sottraendoci alle attività da svolgere, bensì ringraziando il Signore Risorto dell’opportunità che ci ha concesso di vivere in comunione con tutta la Diocesi e la Chiesa Universale e poterla raccontare nell’era digitale.

Alessandro Pielich 
 
 
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