Il Vicario Generale interviene sulla vicenda riguardante Don Bergamin
La Congregazione per la Dottrina della Fede, con proprio decreto in data 12 dicembre 2018, ha privato il sacerdote don Luigi Bergamin, del Clero della Diocesi di Porto-Santa Rufina e finora parroco dello Spirito Santo in Castel di Guido (Roma), dell’Ufficio di parroco, lo ha sospeso ad biennium dall’esercizio pubblico del ministero e lo ha obbligato a dimorare ad biennium in una casa di aiuto per sacerdoti in difficoltà.
Contro la decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede, Don Bergamin chiede la revisione del processo e perciò ha avviato uno sciopero della fame, facendo della medesima chiesa parrocchiale la sede della sua protesta e, di fatto, impedendo il regolare svolgimento del culto.
Il sacerdote è stato accusato di sollicitatio ad turpia e perciò è stato sottoposto a giudizio amministrativo, secondo la normativa canonica.
Il Decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede afferma la correttezza del processo amministrativo in ogni sua fase e dichiara che a don Bergamin è stata assicurata ogni possibilità di difesa, consentendo - fino alla conclusione del processo - l’opera dei patroni da lui designati.
Per la delicatezza della materia e il rispetto delle persone coinvolte, la Congregazione richiama quanto stabilito dalla norma canonica sulla segretezza del procedimento.
Alla luce di quanto esposto, è da deplorare severamente la condotta del sacerdote, che è ulteriore motivo di scandalo nella comunità.
Roma, 10 ottobre 2019
Mons. Alberto Mazzola, Vicario Generale