Posata la prima pietra della chiesa dedicata ai Santi Mario, Marta, Audìface e Àbaco. La preghiera del vescovo Reali e il saluto del sindaco Raggi
Santa Maria di Loreto è una parrocchia viva, piena di voglia di fare e di essere. L’11 maggio ha mostrato la sua ricca umanità per la posa della prima pietra della futura chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Mario, Marta, Audiface e Abaco. La famiglia persiana martirizzata nel IV secolo a un paio di chilometri da luogo di edificazione del nuovo tempio.
Attorno al parroco padre Lorenzo Gallizioli tutta la comunità ha accolto il vescovo Reali e il sindaco Raggi con Alessandro Campagna, presidente del XIV municipio, nel quartiere di Valle Santa.
Qui, lungo la via Boccea all’estrema periferia di Roma, compresa tra XIII e XIV municipio, «gli abitanti hanno costruito un quartiere con passione e tanta speranza per il futuro», ha detto il vescovo durante la sua riflessione. «La costruzione di questa chiesa avviene attraverso la nostra testimonianza quotidiana. Siamo noi le pietre vive che rendono bella la nostra comunità». Ogni persona è protagonista nel creare relazione fraterne con le altre persone. A simboleggiare questo impegno personale nella pietra (una teca di marmo) sono state inseriti frammenti della Santa Casa di Loreto, delle catacombe dove furono sepolti i martiri, della chiesa settecentesca di San Mario e alcuni alcuni mattoncini con scritti i nomi delle componenti sociali (bambini, anziani…)
Oltre alla cura del culto e della pastorale la presenza di una chiesa indica «un nuovo inizio per tutto il quartiere», ha spiegato il sindaco, essa rappresenta «una nuova nascita per la costruzione della comunità».
Da via Trino è partita la processione con la pietra su un carro, spinta da tutti i bambini. E poi la benedizione del vescovo alle persone, con il ringraziamento di padre Lorenzo che ha invitato i fedeli «ad essere cantiere per la città».
(foto Lentini)