la manifestazione. «Per amore del mio popolo non tacerò»
La Giornata dei missionari martiri, che si celebra domenica prossima, è una di quelle giornate di cui vorremmo fare a meno, ma che è assolutamente necessario custodire. Per il 24 marzo, memoria dell’assassinio del vescovo Oscar Romero, la Chiesa ha scelto come tema della giornata “Per amore del mio popolo non
In questa occasione si ricordano i cristiani uccisi a motivo del Vangelo: motivo di sofferenza e di amarezza se pensiamo alle famiglie e alle comunità che hanno perduto testimoni così forti della fede e dell’amore di Dio. Ma è anche motivo di un certo imbarazzo pensare a noi cristiani quando siamo tiepidi e indifferenti, ci vergogniamo di far parte della Chiesa, e tiriamo a campare o peggio ancora continuiamo a scandalizzare con il nostro comportamento. Ed ecco allora la giornata di preghiera e di digiuno, quella nella quale il sangue dei testimoni Cristo ci interroga e ci spinge ad uscire fuori dalle nostre paure e dai nostri limiti dentro i quali ci piace nasconderci.
Anche per questo la diocesi di Porto-Santa Rufina celebrerà la Veglia di questa giornata in una piazza e non in una chiesa perché tanti possano conoscere le storie di donne e uomini d’oggi morti per il Vangelo. Perché molti ritrovino la forza di testimoniare con più coraggio il desiderio di seguire Gesù con più radicalità.
Il 23 marzo dalle 15 saremo dunque a piazza Ormea a Casalotti e andremo anche in giro per le strade di questo quartiere romano per invitare a visitare gli stand dove i volontari del Centro missionario allestiranno una mostra dedicata a san Oscar Romero.
Alle 17 celebreremo un momento di preghiera con i ragazzi cresimandi e ascolteremo padre Marco Binaghi che ci palerà del martirio di Ezechiele Ramin.
Alle 19 celebreremo la Veglia diocesana accogliendo la testimonianza di padre Firas Kidhar, religioso rogazionista iracheno che ci palerà del martirio della sua Chiesa.
La giornata si conclude con lo spettacolo del gruppo di evangelizzazione “Anime libere” guidato da padre Aurelio D’Intino, responsabile della pastorale giovanile.
Per informazioni c’è la pagina Facebook: CmdPortoSantaRufina.
don Federico Tartaglia, direttore Centro missionario
la storia. Romero e la libertà
Il vescovo Oscar Romero è stato assassinato il 24 marzo 1980 a causa della difesa evangelica del popolo di El Salvador contro l’oligarchia del Paese che si abbatteva sui più fragili. La libertà con cui rileggeva la Parola di Dio nella vita sociale del suo paese non poteva essere tollerata. L’uguaglianza e la fraternità ripetute ad ogni omelia per la conversione e per il sostegno ai più poveri invitavano alla comunione, all’unità. Le parole di pietà per tutte le vittime (guerriglieri, poliziotti, sacerdoti, politici e civili inermi), rappresentavano il pericolo più grave. Perché il potere si regge sempre sulla frammentazione.
Lo scorso 14 ottobre, assieme a Paolo VI, papa Francesco lo ha canonizzato, dicendo «che ha lasciato le sicurezze del mondo, persino la propria incolumità, per dare la vita secondo il Vangelo, vicino ai poveri e alla sua gente, col cuore calamitato da Gesù e dai fratelli».
i dati. Quaranta uccisi nel 2018
Nel corso dell’anno 2018 sono stati uccisi nel mondo 40 missionari, quasi il doppio rispetto ai 23 dell’anno precedente, e si tratta per la maggior parte di sacerdoti, 35.
Dopo otto anni consecutivi in cui il numero più elevato di missionari uccisi era stato registrato in America, nel 2018 è l’Africa ad essere al primo posto di questa tragica classifica.
Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides (www.fides.org), nel 2018 sono stati uccisi 40 missionari: 35 sacerdoti, 1 seminarista, 4 laici.
In Africa sono stati uccisi 19 sacerdoti, 1 seminarista e 1 laica ; in America sono stati uccisi 12 sacerdoti e 3 laici ; in Asia sono stati uccisi 3 sacerdoti; in Europa è stato ucciso 1 sacerdote. Dati e contenuto tratti dal documento “Quanti fratelli oggi subiscono persecuzioni per il nome di Gesù!” dell’Agenzia Fides disponibile su www.missioitalia.it