Hanno preso un simbolo spirituale, siamo la comunità del cuore di Gesù, e l'hanno gettata a terra (Nella notte tra il 2 e il 3 marzo l'immagine del Sacro cuore di Gesù a Ladispoli è stata distrutta da ignoti ndr). L'immagine del Cristo che mostra il suo Amore, infranta. Carusazzi, direbbe Montalbano. Detto senza giudizio, anzi sarei contento di incontrare chi è stato, perché penso che scoprirei il volto di una persona come altre. Oggi fatichiamo a riconoscere rispetto alla vita della gente, figuriamoci ai valori che si muovono nel cuore.
Il volto. La prima cosa che mi ha impressionato è che non trovavo più, tra i cocci raccolti, gli occhi di Gesù. il volto, si è sfigurato. Mi è venuto in mente subito che il Vangelo della domenica era proprio quello del cieco. Quello che pure ha gambe e forza per muoversi, ma siccome non sa dove andare resta fermo o finisce giusto a terra.
Il Vescovo Gino, che ringraziamo per la sensibilità di una presenza immediata alla Messa della sera, ha intuito bene il senso del gesto. Oggi è in gioco il volto di Cristo che siamo noi Chiesa. È l'identità evangelica che tante volte è misconosciuta dall'indifferenza rispetto al fatto cristiano. Possiamo domandarci quanto come credenti riusciamo ad esprimere il mistero dell’Altro. Da questo vi riconosceranno, profetizzava il Maestro, se ci sarà Amore. Quale Corpo di Cristo rappresentiamo oggi, in questa terra di mare che è un crogiolo di culture e di genti, nella città complessa e plurale di cui comunque siamo storia e futuro?
Quasi profeticamente, pensavo contemplando i pezzi scomposti, all'inizio di questa Quaresima lo Spirito ci indica qual è il senso del cammino pasquale: è ricomporre il volto dell'Uomo. È ridare forma a Colui che non si vede più, ma è presente ancora. È soffermarsi sulle tracce rimaste di Lui, sui residui di una Bellezza che non viene meno. È restaurare con pazienza non priva di fiducia, l'immagine convincente che ci ha attratto, quella del Cristo cui siamo andati dietro. È riportare i poveri tratti del nostro volto spesso segnato di ferite come quello di questo povero Cristo, e scoprirne la Pienezza nascosta e convincente. È con-formarsi al Suo modello, o come dicevo domenica, rispecchiarci nell'A-altro, non peggiore ma simile. Non c'è pagliuzza, cui non corrisponda una trave da togliere.