Imparare a conoscere l’altro costruendo ponti di dialogo

Tavola rotonda nel VolEst con Antonello Ciervo (Asgi), Chiara Per (Centro Astalli), Oliviero Forti (Caritas italiana), padre José Torres (Cara di Castelnuovo di Porto), Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera), don Federico Tartaglia (Cento missionario diocesano)

«Aprire ponti dove altri costruiscono muri». È il titolo della tavola rotonda promossa dal Centro missionario di Porto– Santa Rufina, che si è svolta il 10 febbraio al Centro pastorale diocesano, quale secondo appuntamento del VolEst (Volontariato estivo). Il percorso di formazione dedicato ai giovani in partenza la prossima estate per un’esperienza di missione in Italia o all’estero. Il tema della giornata, coordinato dai ragazzi dell’équipe diocesana, è stato incentrato sull’accoglienza dei migranti, sulle “fake news” che circolano intorno al fenomeno e su come contrastare l’ondata crescente di odio e di razzismo. Un problema da non sottovalutare, anche in vista della recente approvazione del cosiddetto “decreto sicurezza”, di cui i giovani hanno potuto conoscere le dinamiche insieme ad Antonello Ciervo, avvocato dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi). Chiara Peri, responsabile della progettazione e dell’advocacy del Centro Astalli di Roma e Oliviero Forti, responsabile settore immigrazione di Caritas Italiana, hanno poi illustrato l’impegno sul fronte dell’accoglienza dei migranti, dai progetti realizzati anche in collaborazione con diverse congregazioni per favorire i processi d’integrazione e la qualità delle relazioni sociali. Interessante l’approfondimento del referente di Caritas che ha mostrato un recente sondaggio sulla percezione dei cittadini italiani rigurado l’immigrazione. Il 75% degli intervistati pensa che gli immigrati vengano principalmente dall’Africa, in realtà provengono dalla Romania. Il 59% sostiene che negli ultimi anni l’arrivo dei migranti sia aumentato, si è passati invece dai 181mila del 2016 ai 23mila del 2018, e che siano veicolo di ma-lattie, mentre il trend mostrava già dal 2016 una diminuzione dei casi di malattie infettive.

Secondo Gian Guido Vecchi, vaticanista del Corriere della Sera, è importante promuovere giornate come questa per diffondere informazioni corrette ma soprattutto che ci sia un «adeguato livello di approfondimento da parte della stampa e la voglia di conoscere le storie in prima persona», piuttosto che fermarsi alle notizie che circolano in rete. Storie come quella di padre José Manuel Torres Origel, parroco di Santa Lucia in Ponte Storto a Castelnuovo di Porto, che ha raccontato la sua esperienza d’integrazione con gli ospiti del Cara, le attività di servizio svolte con l’aiuto dei giovani volontari e le problematiche relative al ricollocamento di coloro che hanno perso il diritto all’accoglienza. L’incontro è stato realizzato insieme a don Federico Tartaglia, direttore Centro missionario diocesano, che durante la tavola rotonda ha sottolineato l’importanza della “missione ad gentes” e di non mollare di fronte alle difficoltà. La giornata si è conclusa con un pensiero per i padri Dall’Oglio e Maccalli e per la giovane Silvia Romano, e con un momento di condivisione e preghiera per tutti i migranti, per ridestare nei partecipanti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana, la bellezza dell’incontro con Dio attraverso l’altro e l’importanza di costruire ponti di pace e di umanità.

Il VolEst continua il 24 febbraio sempre al Centro in via della Storta 783 con l’intervento di don Gianni De Robertis, direttore nazionale di Migrantes. Dopo il contributo del sacerdote ci sarà la testimonianza di una famiglia dell’Olgiata che da due anni accoglie un giovane del Gambia. Per approfondire c’è la pagina Facebook CMDPortoSantaRufina

Anna Moccia

foto Filippo Lentini

 

 

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