La lettera di Giovanna Rita Bellini, nonna di Pamela Mastropietro
«Oggi 30 gennaio 2019 è la ricorrenza del dies natalis di Pamela, il 30 gennaio di un anno fa. Un giorno tragico oltre ogni umana immaginazione. Ma qui, in Chiesa – ecclesia non solo e non tanto come edificio sacro, ma soprattutto intesa nel significato originario di assemblea dei fedeli di Cristo – voglio ricordare altro di lei, per lei, per noi tutti».
Sono le parole di Giovanna Rita Bellini, nonna materna di Pamela Mastropietro. La ragazza di 18 anni uccisa un anno fa a Macerata. In religioso silenzio le ascoltano il nonno Gualtiero Verni, il parroco don Salvatore Rizzo, che ha portato il saluto del vescovo Reali e i fedeli riuniti a Santa Marina nella Messa in suffragio della giovane. Qui a Santa Marinella vive la sua famiglia e lei continua a vivere nel cuore della gente.
«Pamela ha sempre portato, dai mesi bui fino alla fine, la corona del Rosario al polso e la medaglia della Madonna miracolosa al collo. Fino alla fine, a Macerata, città di Maria. Non può essere un caso. In quel 30 gennaio di un anno fa Maria non può averla abbandonata». Nonna Giovanna è convinta di ciò per la sua incrollabile fiducia nella Madonna. «Pregavo Maria, pregavo san Giuda Taddeo. Le mie preghiere non possono non essere state ascoltate. La preghiera non può essere vana. Per questo sono convinta che la missione di Pamela non fosse sulla terra, ma che era necessaria la sua terribile morte per un qualche cosa di altro. Per questo sono sicura che la Mamma di Gesù è stata sempre con lei, ha raccolto il suo pianto, l’ha presa per mano e l’ha accompagnata oltre la soglia fino alla luce di Dio». Allora dice la donna «il 30 gennaio è il giorno della nascita di Pamela alla vita eterna» e «pur nell’indicibile dolore umano di chi l’ha amata in vita, deve essere un giorno di ringraziamento, di gioia, di preghiera. Di ringraziamento a Dio e alla Madonna per averla donata ai genitori, alla famiglia, a chi l’ha conosciuta nella spensieratezza e a chi l’ha conosciuta nel dolore. Di gioia per la certezza della sua vita eterna nella gloria di Dio. Di preghiera perché la testimonianza della sua morte atroce possa infondere coraggio a tutti noi rimasti sulla terra nell’impegno per un cambiamento radicale nei vari ambiti toccati dalla sua vicenda terrena, perché il suo sacrificio non sia vano».
La conclusione di questa lettera per Pamela è visione del cielo e speranza dell’eternità: «Nella celebrazione del mistero della morte di Cristo nei giorni ordinari la liturgia non prevede il canto del Gloria. Ma, nell’eternità non ci sono i giorni ed immagino Pamela che oggi per noi, riuniti qui per ricordarla, intona a Dio il canto degli Angeli. Prego perché Pamela, con l’aiuto di Maria, possa essere per tutti il “sorriso nel buio” che ha ridato speranza a chi l’ha incontrata negli ultimi tempi della sua breve vita»
Una comunità in preghiera
Tutte le comunità, in particolare quelle di Santa Marina e dei due santuari mariani diocesani di Ceri e di Santa Maria di Galeria, si sono unite in preghiera questa settimana per Pamela Mastropietro, la giovane di 18 anni che il 30 gennaio 2018 ha trovato una morte terribile a Macerata. Amici e persone che neanche la conoscevano hanno voluto esprimere così l’affetto a tutta la sua famiglia perché non si senta lasciata sola e senta vivo l’affetto di tanti.
Redazione
(4/2/2019)