Un itinerario dalla religiosità alla fede: è il cammino proposto da don Bruno Durante, padre spirituale del seminario regionale di Anagni per gli esercizi spirituali del Seminario Regionale Umbro "Pio XI", all’inizio dell’anno formativo. Il ritiro si è svolto dal 24 al 38 settembre presso il centro pastorale diocesano di Porto-Santa Rufina, Roma, gestita dalle suore Amanti della Croce. La comunità del seminario è stata accolta dal vescovo mons. Gino Reali, originario della diocesi di Spoleto-Norcia ed ex alunno dello stesso seminario umbro, il quale dopo aver celebrato l’Eucaristia insieme al seminario, ha anche guidato i presenti nella nuova chiesa parrocchiale dell’Olgiata–Cerquetta, titolata ai Santi Pietro e Paolo, da lui voluta e costruita.
I seminaristi, accompagnati dal rettore don Carlo Franzoni, il vicerettore don Gianluca Bianchi e gli altri formatori, hanno seguito il classico iter della lectio divina (lectio, meditatio, oratio, contemplatio, actio) partendo da una meditazione sul libro di Giona, profeta ribelle che cerca di scappare dal progetto di Dio, ma nel quale alla fine si trova coinvolto.
Il profeta Giona parte dal rifiuto e dalla resistenza per compiere un lento itinerario di conversione e di adesione al progetto misericordioso di Dio nei confronti di tutti i popoli, paradigma del cammino di discernimento di ognuno e anticipazione della salvezza universale operata da Cristo nel Nuovo Testamento.
Niente nella vicenda di Giona, nemmeno i momenti e le esperienze più difficili, avviene per caso: tutto è permesso da Dio in vista di una missione più grande (aspetto evidenze in tutta la vicenda di Giobbe, altro personaggio incontrato in questo itinerario).
A metà del cammino, una salutare sosta è stato il sacramento della riconciliazione preparato da una profonda riflessione, diventata esame di coscienza, sull’episodio del padre misericordioso, ribattezzato da don Bruno, “padre incompreso”, da entrambi i figli anche se in maniera differente.
Strada facendo don Bruno ha presentato altre icone bibliche di una autentica relazione con Dio: prima fra tutte quella di Maria, che nell’annunciazione si mostra umile serva obbediente, disponibile, pur nella propria umiltà, a lasciar spazio al mistero del progetto divino. Anche i discepoli sono protagonisti di un incontro personale con il Signore: Giovanni racconta della sua prima chiamata insieme ad Andrea e Filippo, ricordando i particolari di un evento determinante per la propria vita spirituale; Pietro invece è invitato a fidarsi “camminando sopra le acque”, non guardando alla propria debolezza ma tenendo fisso lo sguardo sul Maestro.
Pochi giorni ma ricchi di Parola di Dio, un tesoro che rischia di essere disperso se non accolto da un cuore capace di ascoltare: l’ultima meditazione ha avuto perciò come tema principale la parabola del seminatore, dove Gesù sottolinea la necessità di preparare il terreno affinché la Parola possa portare frutto per sé stessi e soprattutto per gli altri. È questo l’ultimo momento, quello più concreto della lectio divina, quando la Parola prende forma nella vita quotidiana: «qui iniziano i veri esercizi spirituali», ricorda don Bruno.
Alfonso Liguori
Seminarista della diocesi di Perugia, Città della Pieve
(09/10/2018)