«Offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Preferisco una Chiesa accidentata, ferita… sporca, perché uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura.»
È stato questo illuminato messaggio di Papa Francesco che ha mosso la Fraternità Monastica Missionaria a scegliere l’argomento per il ritiro spirituale di fine anno 2017/2018, “La Chiesa in uscita dice no all’individualismo”. Il 30 giugno e il 1 luglio scorsi, siamo stati ospiti a Rieti in Villa Cabrini, immersa nel verde alle fresche pendici del monte Terminillo. Tre sono stati i momenti più significativi
Il primo è stato la Lectio Divina sulle letture della domenica: Sap 1,13-15; 2,23-24; Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43. Anche nella nostra vita è entrata la fede e la facciamo crescere attraverso la Parola e i Sacramenti, seguendo il cammino proposto dalla Chiesa. Ogni cristiano è chiamato a mettersi in cammino per accogliere quella giustizia che è la radice della santità e che Gesù ha attuato sulla croce: sulla croce Gesù ha fatto il pareggio per noi con la misericordia, perché vivessimo da figli di Dio e da fratelli. La fede è esperienza non un atto intellettuale ed è fatta di piccoli gesti: una parola, un sorriso, un’attenzione al fratello … ed essere noi ad iniziare per primi.
Il cristiano non vuole il male, la morte eterna, ma il demonio sempre in agguato fa di tutto per distoglierlo dal bene, dalla somiglianza con Dio, mostrandogli fasulle strade di felicità. Il cammino del cristiano verso la felicità è fare propri gli insegnamenti di Gesù e attraverso la preghiera piena di fede come quella dell’emorroissa e di Giairo, giungere ad un’armonia interiore, ad una unità interiore frutto della consapevolezza di essere in ogni momento e circostanza, in compagnia di Dio. Gesù ha testimoniato che Dio, è Padre che fa giustizia - misericordia e ci permette di stare sempre dalla parte della vita.
Il miracolo non può mai attuarsi senza la fede e lo Spirito ne compie in noi, attorno a noi e nel mondo in continuazione: la luce della fede ce li fa vedere nel quotidiano. Gesù oggi, prende per mano anche ciascuno di noi e ci dice: “Alzati”, - da dove sei – ci fa camminare con lui, ci porta a vivere qui in terra, il cielo: Gesù ci porta a vivere in una buona relazione con il Padre e con tutti.
Il secondo momento significativo è stato la riflessione “La Chiesa – in uscita – dice No all’individualismo.” Uscire da che cosa? Dall’egoismo e dall’individualismo, dall’isolamento innanzitutto, ma anche dal seguire le mode, da scelte mondane, uscire dal bisogno del superfluo, dall’apparire, da un modo moralista e clericlarista di stare nella Chiesa. Ci sono persone battezzate che non frequentano la Chiesa, non pregano, non aiutano gli altri forse perché non hanno maturato la consapevolezza che il Battesimo è un Sacramento che produce frutto nella vita e si compie nella vita. La riflessione poi è continuata per delineare il volto del cristiano chiamato alla gioia della fede, degli affetti e a vedere nel caos del mondo, Dio che sta all’opera. “L’intelligenza più alta sa scorgere il bene anche in tanto male che c’è nel mondo”.
Ciascuno rafforza la vita dello spirito confrontandosi con la parola di Dio, con l’Eucarestia, la preghiera, perché la Sua forza e sapienza entrano in noi e migliorano le relazioni con i fratelli, il dialogo, ci fanno condividere tempo, energie, doti personali con creatività e forte senso di fare comunità. È cristiano interessarsi di quello che vive il fratello e la sorella, ma senza iniziare un dialogo con le prediche. Il cristiano è chiamato ad essere evangelizzatore soprattutto facendo memoria con Gesù Eucarestia memoriale della Chiesa che rende presente la persona di Gesù e quanto è avvenuto nell’ultima cena e sulla croce.
Ogni cristiano è chiamato quindi, a fuggire la mediocrità anche evitando di fare guerra tra loro per invidia, gelosia, per avere potere e quindi “denaro”. Il credente vede il sacerdote non come il padrone, ma il padre spirituale che collabora con tutti; è presente nella comunità parrocchiale e fugge l’atteggiamento deresponsabilizzante di pensare e agire come se tutto dipendesse dal parroco.
Il terzo aspetto positivo è stata la qualità della partecipazione alla riflessione e il contributo dei presenti. Gli interventi sono stati ricchi e vivaci toccando diversi argomenti della vita cristiana: la pietà popolare, la preghiera che trasforma il cuore, la presenza del laico ed in particolare della donna nella Chiesa, la mancanza di vocazioni perché c’è poco fervore apostolico. Tutto è stato “seme” posto nella vita di ciascuno, affidandolo allo Spirito Santo e a Maria Madre dell’Evangelizzazione, perché cresca e porti frutti buoni nella Chiesa e nella società.
Per ricordare questa esperienza, ciascuno ha ripetuto il suo “sì” personale scritto su una tavoletta.
Sorella Chiara Cecchetto
(10/07/2018)