Nella prima memoria liturgica della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa, la comunità del Pontificio collegio leoniano di Anagni ha organizzata la giornata di verifica comunitaria di quest’anno formativo, volto ormai alla conclusione. Ad accoglierla per questo momento di condivisione è stata la diocesi di Porto–Santa Rufina, che al seminario ha messo a disposizione i locali del suo centro pastorale in via della Storta. Il legame tra questa diocesi e il collegio leoniano è forte: dallo scorso gennaio è rettore ad Anagni don Emanuele Giannone, presbitero della Chiesa portuense.
Nella prima parte dei lavori di verifica, svoltasi nella mattinata, i seminaristi sono stati raccolti in due gruppi corrispondenti a ciascuno dei due trienni (filosofico e teologico) in cui sono distinte le sei classi dell’iter formativo verso il presbiterato. I due vicerettori, don Giovanni De Ciantis e padre Efrain Mora Garcia, hanno invitato i seminaristi a offrire una valutazione complessiva del raggiungimento degli obiettivi indicati in ogni anno di formazione. Il metodo di valutazione ha previsto una prima fase di lavoro personale, una seconda di ritorno con gli altri compagni di classe per condividere i contenuti. E una terza in cui un referente per ogni gruppo ha riportato i lavori alla comunità del collegio riunita nella prima assemblea generale.
Terminata la mattinata, la famiglia del Leoniano ha condiviso il pasto insieme al vescovo Reali, per un momento di fraternità con i seminaristi e l’equipe formativa. Il presule ha confermato al rettore la disponibilità ad accogliere il seminaristi al centro pastorale per altri momenti formativi.
Nel pomeriggio è proseguita la seconda parte della verifica, incentrata sullo svolgimento dei servizi comunitari. Alla luce della regola di vita del seminario, che li definisce «opportunità di amare», i seminaristi hanno individuare quello cha a loro giudizio sono state le criticità. Ma hanno anche avanzato idee e proposte per migliorare l’aspetto comunitario secondo un genuino spirito di collaborazione.
Nel tardo pomeriggio il leoniano ha visitato la cappella della Visione lungo la via Cassia. Qui nel 1537 sant’Ignazio di Loyola ha vissuto un’esperienza fondamentale per il futuro della congregazione nata da lui. Nella chiesetta racconta la tradizione gesuitica ha visto Dio chiedere al figlio di prenderlo come suo servo. E il crocifisso comandare a Ignazio di diventare servo suo e del Padre. L’evento fu rassicurante per il motivo del cammino del santo verso Roma. Era diretto alla sede di Pietro per ricevere l’approvazione della Compagnia di Gesù da papa Paolo III.
Un incontro con la storia e la fede che ha preparato i seminaristi a concludere la giornata con la Messa celebrata presso la cattedrale della diocesi, dedicata ai sacri cuori di Gesù e Maria.
Andrea Pantone
(28/05/2018)