Di generazione in generazione annunzierò la sua fedeltà: la messa crismale vuole ricordare questo attraverso gli oli consacrati dal pastore della diocesi. Come in ogni cattedrale, mercoledì scorso il vescovo Reali con i sacerdoti e tutto il popolo di Dio, ha ripetuto l’antico rito nella celebrazione eucaristica ai Sacri Cuori di Gesù e Maria.
In una chiesa colma di persone il presbiterio ha rinnovato la sua missione nella Chiesa. Quelle promesse pronunciate nel giorno della consacrazione sacerdotale rinsaldano in questa Messa il legame con tutta la storia del popolo di Dio. Perché con quello dei catecumeni e dell’unzione degli infermi, l’olio del Crisma torna indietro fino a Mosè, comandato da Jahvè di consacrare il fratello Aronne come suo sacerdote. Da allora i figli di Aronne sono unti e ungono i fedeli per trasmettere l’unione di cielo e terra. È il dono della grazia, atteso da quei tanti bambini e ragazzi presenti alla celebrazione, prossimi a ricevere la Prima Comunione e la Cresima (Provenivano da Sant’Angela Merici a Santa Severa, Sant’Anna a Passoscuro, Santi Filippo e Giacomo a Palidoro, Sant’Antonio Abate a Torrimpietra, Sant’ Antonio a Maccarese, Assunzione Beata Vergine Maria a Fregene, Santa Maria Madre della Divina grazia, Santi Marco e Pio X Pantan Monastero).
Il vescovo ha raccolto questi segni di appartenenza a Dio offrendo l’immagine dell’unità della Chiesa diocesana, dove ognuno riceve e dona nella carità fraterna. Un’alleanza ben raccontata dal gesto forse più intenso della celebrazione, quando il pastore alita sull’ampolla del Crisma quello Spirito trasmesso senza soluzione di continuità dai primi apostoli ai loro successori per essere distribuito al popolo di Dio.
(31/03/2018)