Il 25 marzo, la nuova campana della parrocchia di Santa Maria Assunta a Castelnuovo di Porto è stata esposta in piazza Vittorio Veneto per accogliere, con i rami di Ulivo, la processione della Domenica delle Palme. Sarà pronta per suonare a festa assieme alle altre 2 campane nel giorno di Pasqua.
La Campana fessurata, centrale nel sistema del nostro campanile, composto da 3 campane; pesa 380 chili e ha un diametro di 80 cm. È stata costruita nel 1915 e donata alla Parrocchia da Mons. Lazzari.
Il costo della campana nuova è stato di 18.000 euro, di cui 12.200 euro, compreso IVA, per l’acquisto, sono stati donati da Maurizio Bigioni, e il resto per le opere murarie e il passaggio interno al campanile sono state offerte dalla Comunità. Abbiamo incontrato la moglie del generoso filantropo, la signora Desy che molti ex studenti del Liceo “Piazzi” di Morlupo ricordano come «severa ma misericordiosa» professoressa di latino e di italiano. L’abbiamo contattata per un incontro con Bigioni, il quale non ama pubblicizzare quanto, con molta generosità, ha deciso di donare alla comunità. Il dott. Bigioni crede nella gratuità dell’amore e, da autentico discepolo di Cristo, ha messo in pratica il Vangelo, dove è scritto “Mentre fai l'elemosina non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra!”
Le abbiamo chiesto quale significato assume per la sua famiglia la Campana. «La Campana è un richiamo, indica il senso di appartenenza a questa comunità», poi, commossa, ha aggiunto: “Oggi, 25 marzo 2018, sono 4 anni che è morta la mia mamma, Silvana Paglioni, tutti la conoscevano qui in paese». Confermo, era la sorella di Spartaco, il padre di Gianna, amico fraterno di mio Nonno Antonio. Niente di tutto quello che ci siamo detti in 90 minuti di conversazione può essere scritto qui, ma il gesto affettuoso del Bigioni, nei confronti della suocera defunta, lo rende ancora più ammirevole. La vecchia campana infatti non verrà fusa, ma conservata come memoria storica della nostra comunità. E la famiglia Bigioni ha voluto dedicare questo dono alla memoria della signora Silvana Paglioni che sarà per sempre scolpito sul metallo insieme ad alcune frasi scritte dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “Guido Pitocco” di Castelnuovo di Porto.
La seconda donna che abbiamo intervistato è stata “nonna Maria”, come è conosciuta a Castelnuovo. Il 9 ottobre di quest’anno compie i suoi 100 anni (3 in meno della campana). Nonna Maria ricorda che quando lavorava come bidella alla scuola elementare andava tutte le mattine alle 08:20 a suonare la campana per l’inizio delle lezioni. La comunità scolastica e la comunità ecclesiale era una cosa sola, una testimonianza storica fondamentale che riassume il senso della partecipazione di tutta la comunità.
L’attore Fabio Collepiccolo ha recitato la poesia “La campana del tuo paese” scritta dall’avvocato Calderano, il quale ha rivolto un saluto al nostro parroco don Paolo Perla, che per motivi di salute non ha potuto partecipare alla cerimonia. Riportiamo integralmente il discorso:
«Tre soli pensieri voglio dedicare a questa suggestiva cerimonia. Il primo è un ringraziamento che rivolgiamo al Signore per l’onore che mi ha tributato nel concedermi la parola in questa suggestiva occasione. E un ringraziamento a don Perla per la sua preziosa operosità che ha profuso dal primo giorno a favore della nostra Comunità. Questa campana, appena battezzata, è la riprova della sua fatica spirituale, morale, materiale e rappresenta un’ulteriore gemma con la quale ha composto il diadema delle opere incastonate sulle vestigia di questo antico borgo, in ricordo dei vivi e dei defunti, per assicurare una continuità di storia, che noi ci auguriamo possa proseguire per lunghissimo tempo.
Il secondo pensiero è un ricordo personale che richiama proprio don Paolo Perla al quale anni fa chiesi che cosa lo avesse determinato alla vocazione. E lui mi rispose «Fu il suono delle campane del mio paese a richiamarmi verso la croce di Cristo che abbracciai con entusiasmo e con musicalità».
Il terzo pensiero è un proponimento, ciascuno di noi avvertirà il suono di questa dolce musica, la campana del nostro paese, che non è che il riflesso della nostra coscienza in questi stampi bronzei che ne ripetono il suono e lo riflettono per i nostri cieli. Il proponimento è di ascoltare la voce di Dio in questo momento di grande confusione che corre la nostra nazione, di grande distrazione, di grande disattenzione. Un proponimento naturalmente di carattere spirituale.
La voce della campana ripropone un cerchio che si era interrotto: Il cerchio della comunità, dell’associazionismo, del paese. Questa campana che si è realizzata nel giro di poco meno di sei mesi dal primo annuncio fatto dal parroco e che ha comportato una spesa considerevole che si avvicina ai 20.000 euro. Il ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito, chi poco e chi meno alla sua realizzazione. E concludo dicendo che tra pochi giorni, nella domenica di Pasqua, il suono di questa voce intima diventerà uno scampanio fragoroso insieme con le altre voci, che si espanderà nel cielo di questa terra, per annunciare il più grande avvenimento della nostra storia, per la gloria di Dio e il riscatto delle anime dalle umane miserie.
Il sindaco Riccardo Travaglini, presente con tutta la giunta e i consiglieri comunali, dopo aver ringraziato l’avvocato Calderano per le sue belle parole ha ribadito che la nuova campana è il simbolo della comunità, rappresenta tutti noi. «Siamo riusciti ad essere una comunità viva, nelle gioie e nei dolori, perché il suono della campana scandisce i momenti di gioia e i momenti di dolore. A Castelnuovo serve fortemente una comunità. Siamo un paese piccolo, anche ambizioso. Ognuno di noi deve fare la propria parte e ognuno di noi l’ha fatta. Sono orgoglioso di questa comunità. Un orgoglio condiviso da parte di tutta l’Amministrazione e dai cittadini tutti. La vecchia campana non sarà fusa, ma sarà posta accanto al sagrato con una scritta degli alunni delle scuole medie, sarà messa a riposo e restituita alla Comunità. Grazie a don Perla e a tutti quelli che hanno contribuito. Dobbiamo essere orgogliosi di far parte di questa comunità”.
Don Norbert Atta, nostro vice parroco dal 15 dicembre 2017, ha invitato tutti i presenti a proseguire la processione ed entrare tutti in chiesa per la Messa. Nella sua omelia ha esordito manifestando la sua gioia nel vedere la nostra Parrocchia così piena come non lo è mai di domenica. Ha ripreso il discorso dell’avvocato e del sindaco aggiungendo, da buon pastore, il suggerimento per come rendere la nostra comunità ecclesiale una grande famiglia, unita dall’amore per Cristo, con Cristo e in Cristo. Saremo una vera comunità cristiana quando riusciremo a vedere nel volto dell’altro il volto di Gesù».
Alla Messa delle 07:30 era stato ancora più esplicito: «Come trattiamo Gesù? Ognuno di noi ha dentro di sé un piccolo, piccolo Gesù. Noi siamo la testa, le mani, i piedi di Gesù. E il mio prossimo è un piccolo Gesù che sta davanti a me. Abbiamo letto oggi cosa faceva la gente a Gesù sul Calvario. Ma chiediamoci in coscienza: noi come trattiamo il nostro prossimo? Quali parole uso, quali atteggiamenti ho nei confronti delle persone che incontro ogni giorno, dei miei colleghi di lavoro, con il mio coniuge, con i miei figli, con i miei genitori? E quando l’altro mi disprezza o mi offende, io come reagisco? Riesco a mantenere la pazienza? Questo è il pensiero più importante sul quale vi voglio invitare a meditare oggi. Non è facile, ma, con l’aiuto di Dio, possiamo imparare a riconoscere il Cristo in noi stessi e negli altri. Possiamo far crescere questo piccolo Gesù che vive dentro di noi e, come dice san Paolo sentire che “non sono più io che vivo, ma è il Cristo che vive in me”».
Fabrizio Falzini
foto Andrea Falzini
(27/03/2018)