A Santa Paola Frassinetti il 13 la formazione per i giovani e il 14 la festa con le comunità straniere.
Se l’immigrazione rappresenta oggi una questione cruciale, nella diocesi di Porto–Santa Rufina indica, invece, un carattere essenziale della sua storia. L’origine stessa dell’antica Chiesa di Porto è attribuita a uno straniero, Pietro: l’apostolo in viaggio verso Roma trovò rifugio presso il porto imperiale di Claudio. Per secoli il territorio ha continuato ad essere battuto da popoli differenti, da pellegrini, da santi e da martiri venuti da altri paesi.
Per questo i verbi accogliere, proteggere, promuovere e integrare, scelti da papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, sono ben presenti nell’azione pastorale diocesana.
«Ogni forestiero che bussa alla nostra porta – scrive il pontefice nel messaggio per la Giornata – è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca. Il Signore affida all’amore materno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore»
Quest’anno la Giornata, che cade il 14 gennaio, sarà celebrata a Fiumicino nella parrocchia di Santa Paola Frassinetti. Rispetto alle precedenti edizioni è stato introdotto un momento di formazione per gli adolescenti il sabato precedente dalle 15.30. Un’iniziativa per aiutare i ragazzi a comprendere perché loro coetanei debbano abbandonare la propria terra e rischino ad ogni costa di arrivare in Italia e in Europa.
La domenica si inizia alle 16 con la rassegna delle comunità presenti in diocesi. Canti, musica e ballo per mostrare attraverso l’arte la ricchezza delle cultura. Alle 18 si tiene la Messa animata dalle comunità presenti.
(09/1/2018)
Enzo Crialesi