«Coi giovani porre le radici per la Chiesa del futuro»

Il vescovo Reali saluta la diocesi con l’invito alla fraternità tra tutti i suoi membri

«All’inizio della nostra assemblea, desidero salutare tutti voi, carissimi, uno ad uno. È per me un grande dono poterlo fare e lo faccio come esercizio, anche se piccolo, della paternità del vescovo nei confronti della sua Chiesa. Desidero, poi, che attraverso i suoi delegati all’assemblea diocesana il saluto del vescovo giunga dappertutto e a ogni persona che abita con noi questo territorio, ai nostri fratelli, figli e figlie della Chiesa portuense, ma anche a tutti gli altri che la provvidenza ha condotto qui dai luoghi più diversi e ce li ha messi accanto per far crescere la nostra capacità di accoglienza, ascolto e rispetto».

Si è aperta con queste parole la XVI assemblea ecclesiale che da venerdì scorso a ieri mattina ha raccolto al centro pastorale gente proveniente da quasi tutto il territorio diocesano. Il saluto del vescovo Reali, attraverso l’affettività del suo tono, vuole entrare nell’argomento dei lavori, la sinodalità, definendo la condizione di questa esperienza, ovvero quella di una famiglia con un padre che spera e agisce attraverso la fraternità dei figli.

«Tutti dobbiamo camminare, non solo i giovani. Nessuno è escluso dal cammino della Chiesa nemmeno il paralitico perché non è questione di anni o di condizioni fisiche, non può essere una questione di anni. Chi non cammina o smette di camminare con la Chiesa ha altre motivazioni». L’esercizio di questo popolo in cammino è andare uniti, nelle preoccupazioni e nei desideri, perché il corpo mistico in Gesù Cristo è fatto di amore reciproco.

Questo legame è bene espresso dall’immagine scelta per l’assemblea, spiega la relatrice suor Maria Teresa Spiga, docente della Pfse Auxilium, che presenta una prospettiva sul Sinodo del 2018 su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

«I bambini che avanzano per mano sono simbolo della semplicità, dell’umiltà del cuore. Attraverso questa disposizione io sono capace di modificarmi attraverso l’incontro con l’altro, che a sua volta può trasformarsi con la mia presenza». La religiosa offre tre parole chiave ai partecipanti: la via della sinodalità, l’ascolto del mondo giovanile, le scelte della diocesi.

«Siamo Chiesa sinodale, cioè Chiesa dell’ascolto, nel senso che siamo tutti coinvolti per discernere le nuove strade da intraprendere». La Chiesa sta seguendo questo suo metodo, che la distingue da ogni altra organizzazione umana, rivolgendo delle domande alla Conferenze episcopali, perché dicano la situazione dei giovani nel mondo. Ma c’è anche, anzi soprattutto, un questionario rivolto a chi ha dai 16 ai 29 anni, la cui compilazione deve continuare a essere sollecitata (http://youth.synod2018.va).

«Tutti dobbiamo farci carico di questo grande impegno – commenta la religiosa –, i giovani devono essere al centro della nostra cura. Non si tratta di giovanilismo, ma di constatare che essi sono i primi destinatari dell’annuncio che, attraverso la loro testimonianza, giunge dove noi non possiamo». I giovani saranno i costruttori del mondo e l’urgenza che riserva loro la Chiesa è legata agli importanti cambiamenti sociali, culturali, tecnologici e naturali di cui essi risentono più di altri. «Si sta trasformando la costituzione delle comunità nel mondo, pensiamo al fenomeno delle migrazioni, che lo vogliamo o no, le nostre società sono ormai plurali.

Oppure al mondo iperconnesso che cambia la relazionalità». Le scelte della diocesi, conclude suor Maria Teresa, devono tener conto di tutto ciò e porsi come percorsi da fare insieme con i giovani, «perché con loro stiamo mettendo le radici per la Chiesa del futuro».

Gli spunti della relazione sono stati sviluppati poi nei gruppi di studio, che hanno approfondito la situazione in diocesi, così da offrire materia concreta alle proposte delle comunità sul territorio, in molte delle quali, ha detto il vescovo «si vede il desiderio della missione e la vivacità della fede e si tocca con mano la fantasia della carità».

Report Caritas e opuscolo pastorale della salute

Nello spazio per le comunicazioni degli uffici pastorali sono state presentate due pubblicazioni. Il direttore della Caritas diocesana, don Emanuele Giannone, ha illustrato il report annuale sulla lettura del territorio. Il sacerdote ha sottolineato come la conoscenza delle povertà del territorio diventi ogni anno più puntuale. Il crescente lavoro in rete condotto dall’équipe diocesana con i centri d’ascolto parrocchiali offre una fotografia sempre più definita dei bisogni delle comunità. L’ufficio di pastorale della salute, con il direttore, diacono Michele Sardella, ha proposto l’opuscolo Servizi, strutture e metodologie di assistenza. Si tratta di una guida pratica per la famiglia che nasce dal desiderio di offrire alcuni semplici suggerimenti. Si tratta di una sintesi delle principali possibilità, forse non pienamente conosciute o del tutto ignorate, messe a disposizione dei malati, così che ognuno sia nella condizione di vedere garantito il suo diritto alla cura.

Pastorale battesimale

Durante la celebrazione eucaristica, che ha aperto la seconda giornata dell’assemblea diocesana, il vescovo Reali ha conferito il mandato agli operatori di pastorale battesimale (Opb). Da alcuni anni l’ufficio catechistico, diretto da don Giovani Di Michele, propone questo percorso di formazione rivolto a tutti. Gli Opb accompagnano le famiglie ad andare oltre la preparazione al sacramento dell’iniziazione cristiana.

Simone Ciampanella

foto Filippo Lentini

29/09/2017

 

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