Un orientalista lorenese a Roma

"Vista la sua forza nel lavoro, il suo senso dell’organizzazione e la sua attitudine al comando, l’uomo avrebbe potuto diventare prefetto, generale o ministro, ma ha scelto di essere prete"

di Etienne Fouilloux

 

Pubblichiamo uno stralcio da Étienne Fouilloux, Eugène, cardinal Tisserant (1884-1972). Une biographie (Paris, Desclée de Brouwer, 2011, pagine 717, euro 39).

 

Il segno più importante che ha lasciato nella storia della Chiesa del XX secolo non si colloca in Oriente, poiché si tratta dell’attività svolta a capo della Pontificia Commissione Biblica tra il 1938 e il 1948. Se Tisserant non ha fatto la grande carriera di esegeta alla quale sembrava destinato, ha però reso un eminente servizio all’esegesi: ha contribuito a liberarla dalle catene che la imprigionavano fin dalla crisi modernista degli anni 1900. Il futuro cardinale non è stato tentato dal modernismo ipercritico, ma non ha nemmeno ceduto agli eccessi antimodernisti. Diverse peripezie nel periodo tra le due guerre dimostrano che egli condannava la caccia alle streghe condotta dagli “zelanti”contro il suo maestro di Gerusalemme Marie-Joseph Lagrange, e soprattutto contro la sua Scuola biblica.

Inoltre, quando nel 1938 Pio XI lo nomina presidente della Commissione Biblica, assume lui il ruolo inizialmente previsto da Leone XIII, suo fondatore: essere uno strumento al servizio dell’esegesi e non uno strumento di rigorosa sorveglianza degli esegeti. È sotto la direzione di Tisserant che, in rapida successione, sono stati redatti i tre documenti che segnano una svolta decisiva nei rapporti fra la Chiesa cattolica e i suoi testi fondatori: la lettera ai vescovi italiani del 1941, che condanna una interpretazione fondamentalista della Bibbia; l’enciclica liberatrice Divino afflante Spiritu del 1943, che incoraggia gli esegeti a utilizzare metodi moderni nel loro approccio ai manoscritti, e più precisamente quelli detti del genere letterario; e infine la lettera al cardinale Suhard del 1948, che relativizza il valore storico dei primi capitoli della Genesi. Questa opera è stata poi difesa dal cardinale Tisserant fino al concilio Vaticano II e dopo di esso, contro diversi ritorni di antimodernismo.

Figura importante della Roma pontificia dalla crisi modernista alla crisi postconciliare, egli ha anzitutto svolto la funzione di scriptor per i manoscritti orientali, alla quale lo aveva preparato la sua formazione. Deve a Pio XI, che molto presto ne aveva scoperto le doti di uomo d’azione e alla cui memoria rimase fedele per tutta la vita, i titoli per i quali merita di stare, al di là dei miti e delle leggende alimentati dal suo cursus eccezionale, negli annali della Chiesa cattolica del XX secolo: rinnovatore della Biblioteca Vaticana, difensore dei cattolici di rito orientale e promotore della libertà di ricerca sulla Bibbia. «Da molto tempo è mio desiderio essere prete senza cessare di essere uomo», scriveva nel 1932 (Lettera del 9 agosto a Lutz E. Helbig, citata da Nicoletta Mattioli Háry, The Vatican Library and the Carnegie Endowment for International Peace. The History, Impact and Influence of their Collaboration [1927-1947], Città del Vaticano, 2009, p. 512).

Vista la sua forza nel lavoro, il suo senso dell’organizzazione e la sua attitudine al comando, l’uomo avrebbe potuto diventare prefetto, generale o ministro, ma ha scelto di essere prete. Come tale, ma senza però cessare d’essere uomo, è stato di volta in volta studioso orientalista, bibliotecario d’avanguardia, vescovo vicino al suo popolo e figura originale della Curia romana.

Altri paradossi: figlio amorevole della Lorena e della Francia, le sue due patrie, Eugène Tisserant ha trascorso la parte più importante della sua vita a Roma al servizio del papato e della cattolicità; principe della Chiesa consapevole delle sue prerogative e responsabilità, è rimasto discepolo fedele di san Francesco di Sales: sacerdote rispettoso, nei fatti come nello spirito, ai suoi impegni sacerdotali e dispensatore, intorno a sé, di una carità tanto discreta quanto costante.

 

fonte: Osservatore Romano, 18/11/2011
http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2011/266q11-Un-orientalista-lorenese-a-Roma.html&title=Un orientalista lorenese a Roma&locale=it

 

 

(18/11/2011)

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